La biblioteca comunale di Viadana fu istituita con una delibera del Consiglio Comunale del 10 maggio 1861. Venne ubicata nel Palazzo ex Monte di Pietà, la cui costruzione, iniziata nel 1777, fu terminata nel 1825. Questo palazzo che fu definito, "uno dei più grandiosi e belli del tempo", ospitava già il Ginnasio. L'inaugurazione avvenne il 13 agosto 1862 con un discorso tenuto dal sacerdote Luigi Parazzi che ne fu il primo bibliotecario. La biblioteca era mantenuta finanziariamente grazie al legato di 2000 lire del sacerdote Domenico Lanzoni e con la somma annuale di 150 lire stanziata dal Comune. Il patrimonio librario ammontava a 1620 volumi, provenienti per buona parte da donazioni di privati cittadini. La biblioteca era aperta al pubblico e i frequentatori a poco a poco cominciarono a essere numerosi, tanto che nel 1870 fu necessario provvedere alla nomina di un aiuto bibliotecario; l'incarico fu conferito a un giovane professore, Enrico Zanoni, allora insegnante di storia e geografia a Viadana, che in seguito doveva divenire un eccellente storico, autore di diverse pubblicazioni. Nel 1888 il patrimonio librario era aumentato a 5300 volumi. I direttori Luigi Parazzi rimase alla guida della biblioteca per mezzo secolo. Tra il 1913 e il 1919 gli successero la professoressa Maria Storti Azzoni, autrice di pubblicazioni di carattere letterario e il professor Vasco Restori. Dal 1920 al 1924 fu direttore il maestro Tullo Cavalca; dal 1925 al 1928 il professor Umberto Pizzini, preside della Scuola Tecnica, il quale provvide a riordinare per materie il patrimonio librario. Inoltre diede avvio a un catalogo generale per autori, raccolto in volume. Nel frattempo la biblioteca venne trasferita dal primo piano al piano terra, nella parte interna dei locali del palazzo, prospicienti l'attuale vicolo Ginnasio" e iniziarono il loro servizio volontario (cioè non retribuito) come collaboratrici le maestre Maria Besana e Luigia rossi, detta Gina. Successivamente esse furono nominate formalmente dal podestà, il notaio Eugenio Giani, con delibera del 25 ottobre 1929, n. 58. Continuarono così a prestare la loro preziosa e meritoria opera per oltre trent'anni, garantendo ininterrottamente l'apertura al pubblico della biblioteca, anche durante la guerra. Maria Besana rimase fino al 1960 e Luigia Rossi fino al 1963. Dal 1929 al 1930 fu direttore il professar Luigi Avigni. Gli successe il dottor Umberto Villani, medico, che rimase in carica fino al 1943. Nel 1938 la biblioteca fu trasferita al primo piano di Palazzo Maini, oggi situato all'incrocio di vicolo Bonomi con via Manzoni. Dal 1944 al 1945 fu direttore Ovidio Contini, veterinario e dal 1945 al 1950 il maestro Domenico Tattoli, direttore didattico. A partire dal 1951 resse la biblioteca il dottor Cesare Baroni, che fu deputato dal 1958 al 1972 e sindaco di Viadana dal 1973 al 1978. Egli si occupò attivamente della biblioteca fino al 1958, ma continuò a interessarsene anche dopo, fino al 1978, non venendo mai formalmente sostituito. Di fatto dal 1959 le mansioni di direttore vennero svolte da coloro che prestavano la loro opera come bibliotecari volontari, come la maestra Luigia Rossi. Dopo di lei e fino al 1966 dalla professoressa Carla Azzoni, che diede inizio al catalogo generale per autori a schede, interrompendo quello a volume. Dal 1967 al 1982 dal maestro Guerrino Sartorio, sotto la cui direzione nel 1972 la biblioteca venne nuovamente trasferita nella sede al primo piano del Palazzo ex Monte di Pietà. Nel 1983 venne assunto un direttore a tempo pieno nella persona di Antonio Aliani. I primi fondi L'aspetto più affascinante della storia di una biblioteca di antica istituzione, come quella di Viadana, è quello dell'origine e della formazione del suo patrimonio documentario. Assai importante per la storia locale è il fondo "Manoscritti", il cui nucleo più antico è costituito dalle carte provenienti dall'archivio del convento degli Agostiniani, istituito a Viadana nel 1446 e soppresso nel 1786. Queste carte furono riordinate nella seconda metà dell'Ottocento da monsignor Antonio Parazzi, fratello di Luigi, studioso di storia locale e fondatore del Museo Civico a lui intitolato. Nel fondo è infatti conservata gran parte delle carte e degli appunti da lui utilizzati per la stesura della sua opera Origini e vicende di Viadana e del suo distretto, pubblicata negli anni 1893-1899. Tra i documenti più antichi e preziosi si ricordano alcune pergamene del secolo XVI, munite ancora del sigillo originale, relative alle comunità di Viadana, Cogozzo e Cicognara e una copia miniata del secolo XVII degli statuti emanati dalla Repubblica di Venezia per la città di Almissa in Dalmazia. Oltre ai manoscritti, anche molti volumi della biblioteca del convento degli Agostiniani, salvati dalla dispersione seguita alla soppressione dell'ordine, finirono per varie vie ad arricchire il primo fondo della biblioteca comunale, e lo stesso accadde per i libri d'un altro importante convento viadanese, anch'esso soppresso nel 1786, quello dei Minori Osservanti di San Francesco. Da questi due fondi proviene la maggior parte delle 218 cinquecentine (libri stampati nel sec. XVI) e dei 12 incunaboli (libri stampati nella seconda metà del sec. XV, ai primordi della stampa). Questi libri rappresentano senza dubbio la parte più preziosa del patrimonio della biblioteca. Il più antico è il libro contente le opere di S. Agostino, stampato a Venezia nel 1483; il più bello è l'erbario, con silografle dipinte a mano, di Leonhart Fuchs, stampato a Basilea nel 1542. Inoltre vanno ricordate alcune edizioni realizzate dalla tipografia di Aldo Manuzio, uno dei maggiori tipografi-editori del Cinquecento. Dalle biblioteche dei due conventi provengono anche i libri del Seicento e del Settecento, presenti in notevole quantità. Tra questi è da segnalare l'edizione integrale, oggi piuttosto rara, dell'Atlante del geografo imperiale Johann Baptist Homann, stampato a Norimberga negli anni 1729-1743; ed ancora una curiosa carta da viaggio della Francia (1798). Buona parte dei libri dell'Ottocento provengono dalle donazioni avvenute sul finire dell'Ottocento ed all'inizio del Novecento. Le più rilevanti furono quelle di Francesco Burlini, sindaco di Viadana dal 1889 al 1897, che donò circa 800 volumi nel 1880; della vedova del professor Giovanni Morganti, originario di Casalmaggiore, ma attivo professionalmente e politicamente a Viadana, e di tre sacerdoti: Clodomiro Buvoli e Agostino Baruffaldi viadanesi, e Giuseppe Cavalli, parroco di San Secondo Parmense. I fondi speciali I circa 15.000 volumi acquisiti dalla biblioteca tra il XVII e XX secolo (più precisamente fino al 1950) sono, per la maggior parte suddivisi per materie, secondo la classificazione adottata nel 1925, come s'è detto, dal Pizzini. Vi sono, tuttavia, anche alcuni fondi che sono stati mantenuti separati per il genere e la provenienza dei libri che vi sono conservati. Il fondo Medicina Consta di circa 800 volumi di medicina e chirurgia dei secoli XVII-XX ed è di notevole valore e interesse scientifico. Proviene dalle donazioni avvenute nel 1876 da parte del medico Giuseppe Nicola Petrali, e verso la metà del Novecento da parte del dottor Umberto Villani, del quale abbiamo già parlato come direttore della biblioteca. Il fondo Giuridico Consta di circa 650 volumi, editi tra il XVII e il XX secolo, provenienti dall'acquisto della biblioteca dell'avvocato G. Gherardini di Mantova, avvenuto nel 1928. Il fondo Società Operaia Consta di circa 2000 volumi di carattere letterario, filosofico, storico ed economico del periodo 1820-1910. Costituivano la biblioteca che la Società Operaia di Viadana, fondata nel 1865, metteva a disposizione dei suoi aderenti per promuoverne l'istruzione. In questo fondo confluirono anche vari libri della "Libreria circolante femminile" e del "Casino Sociale". Il fondo Locale Raccoglie i libri di autori o di argomento locali: vi spiccano le opere del poeta viadanese Ettore Sanfelice, ricevute in donazione nel 1928 insieme ad altri libri che gli appartenevano. Il fondo IRAB (Istituti Riuniti di Assistenza e Beneficenza) È l'ultimo pervenuto, con donazione da parte della USSL 50/52 del 1985. Consta di circa 500 volumi dei secoli XVI-XX. La parte più antica, che comprende libri di carattere religioso e filosofico, è costituita dalla libreria del sacerdote viadanese Giuseppe Besana e fu da questi donata all'Ospedale con testamento del 1872. La parte più moderna comprende invece libri di carattere giuridico-amministrativo, in particolare sull'ordinamento delle Opere Pie e degli Enti di Assistenza. Nel 1989 sempre l'amministrazione della USSL 50/52 decise di trasferire alla biblioteca comunale le pergamene più antiche dell'Archivio storico IRAB, tra cui il prezioso diploma di Federico II Gonzaga del 1535 per l'erezione del Monte di Pietà di Viadana e la bolla del cardinale Sigismondo Gonzaga del 1518, che sancì l'istituzione dell'Ospedale.