Sperimentare nuove strategie per una mobilità lenta e sostenibile in ambito fluviale. Sono i contenuti dello studio – condotto in sinergia tra Autorità di bacino distrettuale del fiume Po e il gruppo di ricerca VENTO del Politecnico di Milano – presentato ieri mattina al centro culturale Muvi di Viadana (Mantova), davanti ad una folta platea di amministratori e stakeholder.
Una mobilità, quella presa in considerazione dal progetto, intesa in un’ottica circolare ed intermodale, grazie alla valorizzazione non solo di traghetti e battelli ma anche di piste ciclabili e camminamenti, che si inserisce nel contesto delle azioni in capo alla Riserva MAB UNESCO Po Grande, di cui Autorità di bacino distrettuale del fiume Po riveste il ruolo di Segreteria Tecnica Operativa.
Ad aprire la giornata – moderata da Ludovica Ramella della Segreteria Tecnica Operativa - i saluti istituzionali del sindaco di Viadana, Nicola Cavatorta, che ha ringraziato i partecipanti e sottolineato l’importanza della condivisione degli obiettivi in un’area particolarmente ampia come quella del bacino del Po. Saluti anche da parte dell’assessore alla Cultura della Regione Lombardia, Stefano Bruno Galli, che ha sottolineato “l’importanza di riportare i cittadini ad avere dimestichezza con la natura, in particolare dopo il periodo della pandemia che ha conferito anche ai luoghi di cultura un valore ancora più significativo”.
Nel corso della tavola rotonda, interventi anche da parte di rappresentanti dei Ministeri della Transizione ecologica (Antonio Maturani) e delle Politiche agricole alimentari e forestali (Luigi Servadei), oltre al Segretario Generale della Commissione Nazionale per l'Unesco Enrico Vicenti (in collegamento) e ad Alessio Filippo Picarelli e Christian Farioli per conto di AIPo, mentre il professor Paolo Pileri del Politecnico di Milano (soggetto promotore della ciclovia VENTO) ha illustrato il progetto Trasponde, da cui lo studio ha preso le mosse. Nello specifico, lo studio è partito da un censimento degli attraversamenti esistenti ed ha individuato vari punti strategici e prioritari lungo l’asta del Po, selezionati sulla base della presenza di infrastrutture ciclabili o cammini, la presenza di punti di interesse e la distanza di ponti da percorrere in sicurezza. Prendendo ad esempio anche diverse esperienze di diversi Paesi europei, si è pensato a proporre un nuovo concetto di attracco ed approdo, luoghi non fini a se stessi ma parte di un contesto più ampio per contribuire rendere le zone di fiume veri e propri luoghi di socialità, all’interno dei quali si possono anche generare economie.
“Gli interventi presentati – ha affermato Meuccio Berselli, Segretario generale dell’AdbPo – rafforzano quanto stiamo portando avanti già da tempo. Il concept che ci guida è quello di coniugare uomo e lentezza, senza perdere di vista quello che è il vero obiettivo: il fiume. E’ necessario cambiare la visione comune e la creazione di “piazze” nelle aree golenali, nuovi collegamenti e opportunità per i giovani non potrà che portare a costruire il brand del fiume Po. Unendo le sponde ed eliminando le rivalità si potrà arrivare in breve tempo a grandi risultati per le nostre comunità”.
Nel pomeriggio è stato poi formalmente presentato il primo Piano d’Azione, frutto di tre anni di lavoro con e sul territorio interessato, con l’intento di creare un partenariato inclusivo ed efficace con gli attori interessati alla sostenibilità del Grande Fiume, anche in ottica di Agenda2030. Nell’occasione sono intervenuti, gli assessori regionali di Emilia-Romagna e Veneto, Barbara Lori e Cristiano Corazzari (in collegamento), oltre al direttore di AIPo Luigi Mille e i rappresentanti di altre Riserve della Biosfera, a testimonianza di quanto il Piano sia sviluppato in un’ottica di “rete” e condivisione:
il presidente del Parco Delta Po Veneto Moreno Gasparini e la presidente del Parco Delta Po Emilia-Romagna Aida Morelli che insieme gestiscono la Riserva MAB Delta Po, il presidente del Parco Appennino Tosco-Emiliano Fausto Giovanelli dell'omonima Riserva Mab, il consigliere del Parco del Ticino della Riserva Mab Ticino Val Grande Giovanni Brogin e il segretario della Riserva Mab Collina Po torinese Lorenzo Fogliato.
L’incontro ha rappresentato un momento storico per la Riserva MaB Unesco Po Grande, per la quale la presentazione del primo Piano d’Azione rappresenta il primo vero grande traguardo dal suo riconoscimento. Negli ultimi tre anni intensa è stata l’attività della Riserva, che ha organizzato 30 incontri della governance, 40 eventi sul territorio, coinvolto oltre 400 studenti e previsto 70 progetti, di cui 16 azioni pilota già partite o in fase di avvio e, soprattutto, creato un coordinamento nazionale del riserve della biosfera di cui Po Grande fa parte anche come Segreteria Tecnica, approdo fondamentale per la buona riuscita dei reciproci Piani di Azione, per lo scambio di buone pratiche, per il rafforzamento della rete di partenariato con i vari soggetti che operano per la sostenibilità, e per la sperimentazione di azioni che guidino la rigenerazione dei territori rivieraschi verso la transizione ecologica.
Una tappa fondamentale, frutto del lavoro di squadra con le amministrazioni coinvolte, la Cabina di Regia e tutti i portatori d'interesse che hanno creduto insieme all'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po nelle potenzialità del riconoscimento UNESCO Man and Biosphere, con l’obiettivo di promuovere un rilancio delle aree rivierasche a beneficio innanzitutto delle comunità locali, della mobilità sostenibile, di un turismo lento rispettoso degli equilibri delicati, oltre alla creazione di nuove occasioni di occupazione, in particolare per i più giovani.